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Risiko bancario, rissa in vista per Mediobanca? Caltagirone (che ha quote in Mps) chiede lo stop all’assemblea sull’ops a Banca Generali. E l’ad Donnet... che succede?

  • di Matteo Suanno Matteo Suanno

4 giugno 2025

Risiko bancario, rissa in vista per Mediobanca? Caltagirone (che ha quote in Mps) chiede lo stop all’assemblea sull’ops a Banca Generali. E l’ad Donnet... che succede?
Scontro ai piani alti di Mediobanca: Caltagirone chiede il rinvio dell’assemblea del 16 giugno, accusando il cda di portare avanti una scalata su Banca Generali “fumosa e incompleta”. Piazzetta Cuccia risponde al fuoco: “Serve trasparenza, non si può restare fermi”. Intanto, anche l’ad di Generali Philippe Donnet parla apertamente di conflitti d’interesse, in una partita che interessa anche il leone triestino. Si sta preparando la battaglia legale?

di Matteo Suanno Matteo Suanno

Avete presente la quiete da filiale bancaria o quella – interrotta solo da qualche tintinnio di bicchieri – da salotto finanziario? Ecco, scordatevela. Perché a Piazzetta Cuccia, dove ha sede Mediobanca, stanno volando gli stracci. L’assemblea del 16 giugno, convocata per decidere se dare fiducia al consiglio di amministrazione e procedere con l’offerta pubblica di scambio (ops) su Banca Generali, sembra essere diventata un ring pronto per lo scontro: quello sul quale ieri Francesco Gaetano Caltagirone ha assestato un gancio diretto allo stomaco dell’amministratore delegato Alberto Nagel: la sua VM 2006 (la holding che possiede il 7 per cento del capitale) ha chiesto ufficialmente di rinviare tutto. Motivo? “Offerta incompleta e fumosa”. Il casus belli che avrebbe suscitato la sollevazione di Caltagirone sarebbe l’assenza di un contratto vincolante tra Mediobanca, Generali e Banca Generali, considerato fondamentale per la tenuta dell’operazione. Senza quell’accordo – dice Caltagirone – è come lanciarsi da un aereo senza paracadute: nessuna garanzia, nessun obbligo, solo promesse al vento. Dall’altra parte, Mediobanca non ci sta e contrattacca: l’assemblea serve proprio a capire se i soci vogliono procedere o no, prima di chiudere i dettagli con Generali: “Chiarezza e trasparenza”, dicono da Piazzetta Cuccia. E poi, si chiedono, perché mai Generali dovrebbe firmare qualcosa senza sapere se i soci sono dalla parte dell’ops?

orcel unicredit nagel mediobanca lovaglio monte dei paschi dissing risiko bancario
Il "dissing" nel risiko bancario, illustrato

Nel frattempo, le scaramucce si consumano anche sul piano della comunicazione e sull’asse Caltagirone-Generali. L’ad del leone triestino, Philippe Donnet, ha risposto alle parole dell’imprenditore che lo ha definito “un buon assicuratore, ma senza visione” dalle pagine di Repubblica: “Non voglio entrare nel gioco degli attacchi personali o dei giudizi superficiali. Le Generali sono nelle mani giuste come dimostrano i fatti e i numeri. Dal 2016 abbiamo aumentato le dimensioni sul mercato in modo significativo. Abbiamo consolidato la leadership in Italia, in Europa, ci siamo rafforzati in Asia e negli Usa con Conning. Negli ultimi tre anni abbiamo realizzato diverse importanti acquisizioni per 4,5 miliardi, più di tutti i competitor europei. La nostra strategia ha dimostrato di essere efficace e produrre ottimi risultati. Generali è un leader internazionale che batte bandiera italiana”, ha detto. Donnet ha parlato anche della scalata di Mps a Mediobanca, che dice mossa da “una logica industriale non chiara”. “Inoltre – ha aggunto – alcuni azionisti, come Caltagirone, hanno insieme quote rilevanti in Mps, Mediobanca e Generali: è chiaro a tutti che è finalizzata ad acquisire il controllo delle Generali. Vedo molto negativamente questo scenario e sarebbe pericoloso per una sana gestione del gruppo”.

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Ed è su questo punto che potrebbe entrare in scena la Consob: Paolo Savona starà a guardare o si deciderà a muovere il cu*o? Il clima è già da guerra legale, con accuse incrociate di conflitto d’interessi. Caltagirone tuona contro un cda che, secondo lui, è pieno zeppo di conflitti e pretende un rinvio per evitare conflitti. Mediobanca risponde secca: il vero conflitto è il suo, visto che sta con un piede a Piazzetta Cuccia e l’altro dentro Generali. È evidente che il risiko bancario e assicurativo italiano è ormai diventato la sceneggiatura di un thriller psicologico. Nel frattempo, il rastrellamento di azioni Mediobanca è finito, e ora si fa sul serio. Ieri il titolo ha perso il 3,04 per cento, mentre Mps ha fatto un microscopico +0,014 per cento, portando lo sconto sull’ops Monte-Mediobanca all’8 per cento. Chi la spunterà? Gli azionisti, i giudici, o qualche avvocato con la parcella già pronta? Intanto lo scontro continua. E rischia di finire più in tribunale che in assemblea.

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